Chi ha paura dell'etero cis?
Morta la famiglia, viva la famiglia!
È sempre il sistema, è sempre la Macchina a dettare legge su come si debbano relazionare persone di sesso biologico diverso. Decenni fa il sistema occidentale propugnava la famiglia nucleare come unica dimensione in cui incasellare gli individui e le loro relazioni. E faceva comodo al mercato del lavoro che lavorasse soltanto uno dei due membri. E faceva comodo all’idea di famiglia che la madre fosse relegata a casalinga. Oggi questa cultura - generatrice di nuclei spesso tossici, e soprattutto fonte di disparità fra generi - è fortunatamente cambiata. Ma la nuova direzione sociale è forse migliore? Chi scrive ne dubita molto. Soprattutto visto che il futuro non assomiglia al sogno nato dalle esigenze nuove di individui progressisti. Il futuro continua ad assomigliare solo e soltanto al sogno della Macchina. Vivere in una parte di mondo - la cara apparentemente libera Western culture - dove i rapporti umani sono fluidi e disgregati non è una conquista per nessuno se, alla base, c’è sempre la volontà del sistema.
La società della nostra parte di mondo mira a disgregare il concetto di famiglia, allontanare gli individui e, molto facile da notare, costruire muri fra uomini e donne. Il miglior cemento per questi muri si ottiene attraverso la demonizzazione del maschio cisgender etero.
Dunque, se in passato si abbracciava come standard l’idea di famiglia promossa dal sistema - ripeto, idea spesso foriera di rapporti tossici inespugnabili - ad oggi nessuno ha provato a chiedersi se modelli di famiglia diversi (meno corrotti, più allargati) potessero esistere. Si è passati direttamente a dissolvere il concetto di famiglia. Perché ogni nucleo che rappresenti un gruppo di individui radicati e con una loro identità è una minaccia per il sistema. Ogni nucleo che svolga funzioni educative, assistenziali, affettive, identitarie è un serio problema. Ecco perché bisogna promuovere l’individualismo.
E oggi incontriamo mostri egotici affamati di like. Se prendiamo la coorte demografica di Millennial italiani, a sposarsi e figliare sono solo alcuni residuati di sweethearts delle superiori, obsoleti e affascinanti quanto un ordigno bellico degli anni Quaranta fatto brillare dal fondo del mare.
La disgregazione dei rapporti umani parte anche dal persuaderci che la sessualità sia tossica e pericolosa. In uno scenario del genere, l’unico rifugio rimane l’edonismo.
Questa dissoluzione dei rapporti non parte, ovviamente, dalla demonizzazione del maschio cisgender. Sarebbe paradossale pensare una cosa del genere. La dissoluzione dei rapporti fra uomini e donne cis-etero parte dal disincentivare la creazione di legami stabili. Non soltanto perché le nostre menti sono rese più pigre dai social e meno strutturate all’abnegazione necessaria per crescere un figlio. Ma anche perché: chi ha davvero tempo e denaro sufficienti oggi per costruire qualcosa di stabile e duraturo? Chi ha queste certezze? Il sistema che prima impediva a uno dei due membri del nucleo di lavorare, oggi ti dice che senza due stipendi sicuri non si può andare da nessuna parte. I costi di mantentimento di una casa e di un bambino sono notevolissimi e la cultura del lavoro ci ingloba totalmente permettendoci raramente una dimensione di tempo libero soddisfacente.
Solo in coda a tutto questo vi è persuadere la donna ad aver paura dell’uomo.
La demonizzazione del maschio cisgender etero
Altra mossa tattica della narrativa contemporanea è quella di descrivere il maschio cis-etero come un individuo cui stare alla larga. I suoi approcci e la sua sessualità sono sempre qualcosa di pericoloso e ferino. E no, questo articolo non è un inno al catcalling. Anzi, è un inno a tutti quei maschi colpevolizzati per essere tali nonostante non abbiano mai fatto catcalling in vita loro. Messi alla gogna per il loro sesso biologico e il loro orientamento, additati per problemi sistemici cui non hanno in alcun modo contribuito. Il fatto che, al giorno d’oggi, sia difficile capire come approcciare una donna se si è maschi cis è un discorso molto vero. E questo danneggia il corteggiamento che è alla base, guarda caso, della nascita di interessi romantici e dunque della potenziale costruzione di rapporti. Diventa sempre più complesso trovare donne disposte a dare una chance. Mosche bianche sono le donne disposte a creare un legame d’antan. E questo anche perché la distanza fra uomo e donna è acuita, e inquinata dalla tossicità del narcisismo.
Spiego meglio quest’ultimo punto. Come sempre, la Macchina sfrutta il corpo della donna. Anche la Macchina odierna, che pure si riempie la bocca di discorsi sulla body positivity. Anche questa Macchina prende la donna e la trasforma in oggetto. Il corpo femminile è alla mercé, divorato e fatto a pezzi a uso e consumo di chi comanda. Ed ecco che il sistema invita la donna ad essere desiderabile attraverso i social network. Se l’aspetto fisico e lo stile di vita non risultano vincenti, luminosi, appetibili, ecco che la donna è costretta a una non-esistenza. In buona sostanza vengono promossi istinti narcisistici anche in chi non ne possiede né per fattori genetici né ambientali. In questo quadro malsano, la donna viene sempre posta in posizione di “oggetto del desiderio” e l’uomo in posizione di “predatore affamato”. Il contrario, pur esistendo, è impensabile. Questa è la narrativa vigente. E se l’uomo è solo un predatore affamato, le sue attenzioni non possono che essere fonte di fastidio. E spesso di pericolo.
Donne che odiano gli uomini
Ci tengo a ribadirlo per quanto ovvio. Questo articolo non punta il dito contro le donne. Per rispondere alla domande del titolo: “chi ha paura dell’etero cis?” beh, molte donne ne hanno paura e per motivi fondati. Moltissimi problemi della nostra società possono portare le donne ad avere paura degli uomini. Le donne affrontano quotidianamente aggressioni fisiche e sessuali non soltanto da parte di sconosciuti. Nella stessa dinamica di coppia, la cronaca ci racconta quanto siano da temere la rabbia, la violenza, gli abusi, gli stupri dove il criminale è il partner.
Motivo per il quale, lo dicevo, la famiglia nucleare è spesso stata foriera di rapporti tossici. Motivo per il quale, sono uomini e donne insieme a dover gioire per le battaglie del femminismo. Soprattutto le battaglie contro il patriarcato (che ha causato danni enormi e irreparabili a entrambi i sessi).
Questo articolo, dunque, non accusa le donne di aver ingiustamente messo muri fra loro stesse e gli uomini cisgender etero, ma accusa la società di aver manipolato i rapporti fra individui, realizzando artatamente una demonizzazione che porta le donne a persuadersi che gli uomini siano tutti spazzatura.
Questa stessa manipolazione, dice una statistica, porta gli uomini ad aver paura di approcciare le donne per il timore di dire qualcosa che venga considerato inappropriato o offensivo. Hanno reso un rapporto problematico, spinoso e innaturale un tipo di rapporto che è invece magico ed istintuale.
E tornando alle paure legittime della donna, è forse la demonizzazione del maschio a giovare? A proteggere le donne contro il rischio di aggressioni? È una profilassi corretta o una malsana corruzione dei rapporti fra esseri umani?
Forse alla prevenzione dei femminicidi non giova tanto la demonizzazione del maschio. Gioverebbe assai di più un intervento puntuale delle forze dell’ordine visto che in Italia la maggior parte di femminicidi è preceduta da denunce che cadono nel vuoto.
Quindi la colpa non è degli uomini né delle donne se i rapporti si sono così incrinati fra noi.
È sempre il sistema, è sempre la Macchina.